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Pendente "SATOR" Pompei in Argento

Medaglia di forma rettangolare c iscrizione incisa con formula del sator, ispirata a quella graffita trovata su una colonna della Palestra grande di Pompei, in Argento 925.

Dimensioni cm 1 x 2 g 2,3

180,00

Il quadrato del Sator è una ricorrente iscrizione latina, in forma di quadrato magico, composta dalle cinque seguenti parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS.
La loro giustapposizione, nell’ordine indicato, dà luogo a un palindromo, vale a dire una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra o viceversa. Gli esemplari più antichi e più celebri sono quello incompleto rinvenuto durante gli scavi di Pompei, inciso su una colonna della casa di Publio Paquio Proculo, e quello trovato su una colonna della Palestra Grande sempre a Pompei e sono da ricondurre a formule magiche usate dai romani in occasione della costruzione o del restauro di edifici.

Secondo studi recenti, infatti, pare che il sator fosse una formula magica legata al culto delle sacre origini di Roma, scritta in codice in modo che i nemici non potessere usarla a loro vantaggio. Il fatto che questa iscrizione sia stata trovata graffita su diversi edifici di Pompei oltre a quelli già citati, legati alla famiglia dei Fabi rafforza questa tesi. La gens Fabia, di stirpe molto antica, era custode dei culti delle origini, culti tra i quali doveva comparire anche la lettura del sator. Si pensa che a Pompei sia stata trovata più volte graffita questa formula per uno scopo propiziatorio, afferente alla ricostruzione della città dopo il terremoto del 62 dC., precedente all’eruzione, che aveva danneggiato pesantemente la città.

Nicola Iannelli, Misteri, culti e segreti dell’antica Roma. Dalla fondazione dell’Urbe a Costantinopoli. il Sator e i simboli della tradizione romana, Firenze, 2014,

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Descrizione

Il quadrato del Sator è una ricorrente iscrizione latina, in forma di quadrato magico, composta dalle cinque seguenti parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS.
La loro giustapposizione, nell’ordine indicato, dà luogo a un palindromo, vale a dire una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra o viceversa. Gli esemplari più antichi e più celebri sono quello incompleto rinvenuto durante gli scavi di Pompei, inciso su una colonna della casa di Publio Paquio Proculo, e quello trovato su una colonna della Palestra Grande sempre a Pompei e sono da ricondurre a formule magiche usate dai romani in occasione della costruzione o del restauro di edifici.

Secondo studi recenti, infatti, pare che il sator fosse una formula magica legata al culto delle sacre origini di Roma, scritta in codice in modo che i nemici non potessere usarla a loro vantaggio. Il fatto che questa iscrizione sia stata trovata graffita su diversi edifici di Pompei oltre a quelli già citati, legati alla famiglia dei Fabi rafforza questa tesi. La gens Fabia, di stirpe molto antica, era custode dei culti delle origini, culti tra i quali doveva comparire anche la lettura del sator. Si pensa che a Pompei sia stata trovata più volte graffita questa formula per uno scopo propiziatorio, afferente alla ricostruzione della città dopo il terremoto del 62 dC., precedente all’eruzione, che aveva danneggiato pesantemente la città.

Nicola Iannelli, Misteri, culti e segreti dell’antica Roma. Dalla fondazione dell’Urbe a Costantinopoli. il Sator e i simboli della tradizione romana, Firenze, 2014,

Informazioni aggiuntive

Peso 2.3 g
Dimensioni 1 × 2 cm

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