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Pendente tubetto capsella in Bronzo

Tubetto in Bronzo con chiodino interno funzionale all’inserimento di un cartiglio su cui è possibile scrivere un messaggio. Ispirato ad un originale esposto al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, ma che trova attestazioni in tutto l’Impero romano.

Dimensioni cm 2

30,00

Pendenti afferenti a questa tipologia sono diffusi tra la media e la tarda età imperiale in tutti i territori dell’impero: esemplari di questi cilindri sono esposti al British Museum ( clicca qui ), altri ritrovamenti sono attestati a Ripe San Genesio nelle Marche e a Strongoli in Calabria. Ma sono le testimonianze iconografiche provenienti dall’Egitto che mostrano come questi pendenti venissero indossati, quanto fossero diffusi e che forse questa forma trovava le sue origini proprio in queste terre.

Certo è che queste capselle, cave all’interno, con una estremità sigillata in partenza, e l’altra sigillabile successivamente, avevano una funzione salvifica e apotropaica (che accosta questo tipo di pendente alle bulle): all’interno di alcuni reperti indagati sono state trovate tracce di zolfo, di fili intrecciati, ed in alcuni casi lamine in oro incise con formule. Tutti i casi finora emersi dagli scavi, dalla tipologia più semplice a cilindretto liscio, alla più articolata con applicazioni di decorazioni quali filigrane e granulazioni, trovano una costante nel materiale di realizzazione, l’oro, considerato il più potente dei talismani.

 

A. Giovannini, Un pendente-amuleto del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia. Significati e correlazioni cultuali, in Aquileia Nostra, 72, 2001, coll. 157-184.

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Descrizione

Pendenti afferenti a questa tipologia sono diffusi tra la media e la tarda età imperiale in tutti i territori dell’impero: esemplari di questi cilindri sono esposti al British Museum ( clicca qui ), altri ritrovamenti sono attestati a Ripe San Genesio nelle Marche e a Strongoli in Calabria. Ma sono le testimonianze iconografiche provenienti dall’Egitto che mostrano come questi pendenti venissero indossati, quanto fossero diffusi e che forse questa forma trovava le sue origini proprio in queste terre.

Certo è che queste capselle, cave all’interno, con una estremità sigillata in partenza, e l’altra sigillabile successivamente, avevano una funzione salvifica e apotropaica (che accosta questo tipo di pendente alle bulle): all’interno di alcuni reperti indagati sono state trovate tracce di zolfo, di fili intrecciati, ed in alcuni casi lamine in oro incise con formule. Tutti i casi finora emersi dagli scavi, dalla tipologia più semplice a cilindretto liscio, alla più articolata con applicazioni di decorazioni quali filigrane e granulazioni, trovano una costante nel materiale di realizzazione, l’oro, considerato il più potente dei talismani.

 

A. Giovannini, Un pendente-amuleto del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia. Significati e correlazioni cultuali, in Aquileia Nostra, 72, 2001, coll. 157-184.

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 2 cm

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